Qual è la situazione attuale?

Negli ultimi anni, il settore cosmetico ha subito una trasformazione radicale, alimentata da una crescente consapevolezza dei consumatori riguardo all’impatto ambientale delle proprie scelte d’acquisto. Il consumatore moderno, sempre più attento alla connessione tra salute e ambiente, non solo chiede trasparenza ai brand, ma si aspetta anche che questi ultimi si impegnino concretamente per affrontare le sfide globali. Non si tratta più di una semplice preferenza: è una richiesta di cambiamento reale.
In questo panorama, le aziende che riusciranno a instaurare una relazione di fiducia con i propri clienti – mettendo in pratica valori autentici e agendo in modo concreto per la sostenibilità – saranno quelle che guideranno la rivoluzione del settore. Una rivoluzione che passa attraverso l'innovazione, con tecnologie all’avanguardia come le nanoparticelle e nuove tecniche di estrazione che non fanno uso di solventi chimici. Tra le soluzioni più promettenti emerge una tendenza che sta rapidamente prendendo piede: l’Upcycling.
Che cos’è l’Upcycling?
“Upcycling” è il termine utilizzato per indicare un processo che valorizza scarti e sottoprodotti normalmente destinati allo smaltimento. Processo che sta acquisendo sempre più importanza nel campo della bellezza, grazie al suo potenziale di trasformare ciò che normalmente sarebbe considerato “rifiuto” in ingredienti ricchi di proprietà benefiche per la pelle e per i capelli. Il mondo agroalimentare, infatti, produce annualmente tonnellate di scarti, molti dei quali provengono da frutta, verdura, e altre materie prime naturali. Questi "rifiuti" possono essere riciclati e trasformati in ingredienti cosmetici altamente funzionali, come oli, estratti, e proteine.
Per esempio, scarti di frutta come bucce e vinacce (scarti dell’uva) contengono potenti antiossidanti, vitamine e minerali che possono nutrire la pelle, contrastare l'invecchiamento e favorire l’idratazione. Persino l’itticoltura, ovvero il settore della pesca, può contribuire, infatti, dagli scarti ittici può essere estratto il collagene, una proteina strutturale molto abbondante nel corpo umano, che in ambito cosmetico viene utilizzata come sostanza antirughe: è infatti in grado di aumentare l’elasticità della cute, e renderla morbida e lucente, migliorando la produzione di fibroblasti e di conseguenza favorendo il rinnovamento della matrice extracellulare della pelle.
Tutto ciò, però, rappresenta solo una piccola parte dei vantaggi che il processo di upcycling può offrire. I guadagni, infatti, vanno ben oltre quanto detto finora.
Teoria applicata: il caso delle vinacce

Le vinacce sono il sottoprodotto solido e semisolido che rimane dopo la pigiatura dell’uva, e sono composte principalmente da bucce, semi e raspi. Sebbene in passato venissero spesso scartate o destinate alla discarica, oggi sono riconosciute per il loro ricco contenuto di polifenoli, acidi fenolici, antiossidanti e vitamine, tutti elementi dalle comprovate proprietà cosmetiche. Per estrarre i principi attivi da queste materie prime, il processo di estrazione gioca un ruolo fondamentale. Oltre all’estrazione, però, l’intero processo di trasformazione è un esempio di economia circolare, perché ogni parte del sottoprodotto trova una nuova vita. Infatti, dopo che le vinacce sono state sottoposte alla distillazione per ottenere etanolo e acido tartarico, i residui rimasti vengono ulteriormente valorizzati.
Come avviene tutto questo?
La vinaccia esausta viene setacciata per estrarre i vinaccioli, da cui si estrae l’olio di vinaccioli (ricco di acidi grassi essenziali, antiossidanti e fitosteroli, è ampiamente utilizzato in cosmetica per le sue proprietà emollienti, nutrienti e protettive) attraverso un processo meccanico a freddo.
Nel contempo, la parte lignea di scarto viene trasformata in pellet, utilizzato come combustibile per la produzione di energia termica ed elettrica, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale e migliorando l’efficienza energetica dell’intero processo.
Mentre la materia tartarica, un altro sottoprodotto delle vinacce, viene trasformata in cremore di tartaro e acido tartarico, che trovano impiego in numerosi prodotti cosmetici per le loro proprietà esfolianti e antiossidanti.
Sostenibilità a 360°
L’uso di questi ingredienti derivanti dall'upcycling contribuisce, quindi, non solo alla valorizzazione degli scarti industriali, ma anche a una riduzione significativa dell’impatto ambientale, favorendo una vera e propria economia circolare e permettendo anche alle aziende di risparmiare economicamente, trasformando in guadagno i costi di smaltimento di quelle materie, che senza l’upcycling sarebbero banalmente considerate “rifiuti”.
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